Si tende a cercare la via più facile. Leggere è più faticoso che ascoltare, seguire dei consigli più facile che studiare, credere più facile che capire.
Utilissimo pensiero soprattutto per chi ha figli! Ho osservato che la disponibilità di troppe informazioni porta i ragazzi ad una sorta di "superficialità", intesa come la non-necessità di approfondire e capire un argomento nel profondo perchè "tanto basta guardare su Internet per capirlo". Io ci sto lavorando parecchio con mio figlio, ma devo ammettere che a volte ricorro ai video pur di fargli approfondire determinati argomenti.
Non ho fatto studi umanistici, ma un istituto tecnico. A quei tempi, il mio insegnate di Scienza delle Costruzioni, prima delle nozioni tecniche, ci aveva impartito una lezione sullo studio, riassumendo in cinque punti. Per lui lo studio era questo: 1) leggere; 2) capire; 3) sintetizzare; 4) ripetere; 5) applicare. Mi sembra molto coerente con questo contenuto.
La difficoltà adesso è riprendere dimestichezza con la lettura e poi coltivarla "lifelong" ma credo che sarà una impresa titanica . I lettori diminuiscono(pare oltre un milione ) e la comprensione del testo sembra essere un notevole problema per una parte della popolazione. Ci si abitua a testi brevi e anche se lunghi vengono scorsi trasversalmente e velocemente alla ricerca di qualche periodo che ci interessa o si va direttamente alla conclusione perché lì si può trovare la sintesi . Tutto è bignamizzato e immergersi nella pagina, respirare il personaggio o il luogo è qualcosa che rifiutiamo. E ,forse sono drastico o eccessivo, abbiamo personaggi inattuali che spacciano le più assurde verità come veritiere. Quando finirà tutto questo?
Grazie Alfonso, mi è piaciuto molto il tuo post: mi ha fatto capire che la fruizione di un testo scritto è una cosa complessa e articolata e tu l'hai spiegato molto bene. Così andrebbe fatto sempre, il mondo digitale ci spinge invece ad una grande abbuffata di informazioni. Non rimane in testa granché, non parliamo poi delle cose deliranti che troppo spesso si leggono o si fruiscono guardando dei video a ripetizione.
Si tende a cercare la via più facile. Leggere è più faticoso che ascoltare, seguire dei consigli più facile che studiare, credere più facile che capire.
Pigrizia? Assoluzione cercasi!
Grazie per il Pensiero. Da non dimenticare.
Utilissimo pensiero soprattutto per chi ha figli! Ho osservato che la disponibilità di troppe informazioni porta i ragazzi ad una sorta di "superficialità", intesa come la non-necessità di approfondire e capire un argomento nel profondo perchè "tanto basta guardare su Internet per capirlo". Io ci sto lavorando parecchio con mio figlio, ma devo ammettere che a volte ricorro ai video pur di fargli approfondire determinati argomenti.
Non ho fatto studi umanistici, ma un istituto tecnico. A quei tempi, il mio insegnate di Scienza delle Costruzioni, prima delle nozioni tecniche, ci aveva impartito una lezione sullo studio, riassumendo in cinque punti. Per lui lo studio era questo: 1) leggere; 2) capire; 3) sintetizzare; 4) ripetere; 5) applicare. Mi sembra molto coerente con questo contenuto.
La difficoltà adesso è riprendere dimestichezza con la lettura e poi coltivarla "lifelong" ma credo che sarà una impresa titanica . I lettori diminuiscono(pare oltre un milione ) e la comprensione del testo sembra essere un notevole problema per una parte della popolazione. Ci si abitua a testi brevi e anche se lunghi vengono scorsi trasversalmente e velocemente alla ricerca di qualche periodo che ci interessa o si va direttamente alla conclusione perché lì si può trovare la sintesi . Tutto è bignamizzato e immergersi nella pagina, respirare il personaggio o il luogo è qualcosa che rifiutiamo. E ,forse sono drastico o eccessivo, abbiamo personaggi inattuali che spacciano le più assurde verità come veritiere. Quando finirà tutto questo?
Grazie Alfonso, mi è piaciuto molto il tuo post: mi ha fatto capire che la fruizione di un testo scritto è una cosa complessa e articolata e tu l'hai spiegato molto bene. Così andrebbe fatto sempre, il mondo digitale ci spinge invece ad una grande abbuffata di informazioni. Non rimane in testa granché, non parliamo poi delle cose deliranti che troppo spesso si leggono o si fruiscono guardando dei video a ripetizione.