L’ho trovato anche io un po’ dispersivo. A metà libro, quasi si “perde di vista” il robot Adam per spostare l’obiettivo sulle vicende personali degli altri due personaggi… umani. Ma alla fine, non so quasi per quale motivo recondito, mi sono innamorato di questo libro e ho quasi “giustificato” questa divagazione da parte dell’autore. Perché, in fondo infondo, quella divagazione è umana e nel confronto uomo-macchina del libro, rappresenta la contrapposizione del carattere umano (l’autore) nei confronti della nostra (lettore) “perfetta” voglia di avere una storia perfetta nella sua trascrizione.
Il finale e la disarmante lucidità, la perfetta e plastica, etica di Adam fa cadere l’uomo nel suo stesso errore. Geniale
I romanzi di McEwan sono sempre interessanti e questo, da quello che dici è anche intrigante. Azzardo un'ipotesi riguardo al contesto (senza aver letto ancora il libro), forse per poter parlare di un robot umanoide senziente in modo credibile McEwan ha sentito il bisogno di inserirlo in un contesto in cui questo fatto possa essere considerato normale. Anche Carol Oats, che non è riconosciuta come scrittrice di fantascienza, in "Hazard in Time Travel" ipotizza una realtà distopica per inserire la protagonista in modo, secondo lei credibile. Comunque dopo averlo letto potro saperne di più. Grazie
L’ho trovato anche io un po’ dispersivo. A metà libro, quasi si “perde di vista” il robot Adam per spostare l’obiettivo sulle vicende personali degli altri due personaggi… umani. Ma alla fine, non so quasi per quale motivo recondito, mi sono innamorato di questo libro e ho quasi “giustificato” questa divagazione da parte dell’autore. Perché, in fondo infondo, quella divagazione è umana e nel confronto uomo-macchina del libro, rappresenta la contrapposizione del carattere umano (l’autore) nei confronti della nostra (lettore) “perfetta” voglia di avere una storia perfetta nella sua trascrizione.
Il finale e la disarmante lucidità, la perfetta e plastica, etica di Adam fa cadere l’uomo nel suo stesso errore. Geniale
I romanzi di McEwan sono sempre interessanti e questo, da quello che dici è anche intrigante. Azzardo un'ipotesi riguardo al contesto (senza aver letto ancora il libro), forse per poter parlare di un robot umanoide senziente in modo credibile McEwan ha sentito il bisogno di inserirlo in un contesto in cui questo fatto possa essere considerato normale. Anche Carol Oats, che non è riconosciuta come scrittrice di fantascienza, in "Hazard in Time Travel" ipotizza una realtà distopica per inserire la protagonista in modo, secondo lei credibile. Comunque dopo averlo letto potro saperne di più. Grazie