Mi hanno chiesto perché ho lasciato Cefriel e il Politecnico di Milano per andare in Ferrari. Per certi versi, è un salto indietro. Come professore godrei di massima autonomia. Come CEO di Cefriel avrei avuto io l’ultima parola nelle decisioni relative al funzionamento del centro (a parte il CdA). Oggi non è così, ovviamente. Sono uno dei dirigenti, non “il capo”. Perché cambiare?
Un passaggio biblico illuminante, tratto dallo splendido e poco conosciuto libro dell’Ecclesiaste (o Qoelet), ci aiuta capire perché il cambiamento è non solo inevitabile, ma anche necessario e benefico. È un testo che pare più di saggezza popolare che di natura religiosa. In ogni caso, è bellissimo:
1 Per tutto c'è il suo tempo, c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo: 2 un tempo per nascere e un tempo per morire; un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato; 3 un tempo per uccidere e un tempo per guarire; un tempo per demolire e un tempo per costruire; 4 un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per fare cordoglio e un tempo per ballare; 5 un tempo per gettare via pietre e un tempo per raccoglierle; un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci; 6 un tempo per cercare e un tempo per perdere; un tempo per conservare e un tempo per buttare via; 7 un tempo per strappare e un tempo per cucire; un tempo per tacere e un tempo per parlare; 8 un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
La vita è mutamento, è un fatto inevitabile. Si cambia, si deve cambiare, per dare spazio a coloro che ci circondano, per dare loro la possibilità di esprimersi; e anche per noi stessi, per rimetterci alla prova su nuove sfide, per apprendere cose nuove, per condividere con altri ciò che si è imparato nella “precedente vita”.
Il tempo scorre, passa. E noi passiamo e cambiamo con esso. È la tragicità e bellezza della vita, che non possiamo evitare e che, al contrario, dobbiamo abbracciare con maturità, coraggio e serenità. Non è che io sia bravo in questo, per carità! Ma è un augurio che mi e vi faccio con tutto il cuore.
Lo stesso testo porta un messaggio filosofico universale; parla del significato dell’esistenza e dice che il senso è “hevel” (dall’antico ebraico: vapore). Il senso è inafferrabile. Il cambiamento è inevitabile. Grazie mille prof.
Grazie Alfonso per le parole ispiranti e sagge. Tanti auguri per i prossimi viaggi!