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Avatar di Raffaele Impagnatiello

Concordo pienamente, gentile prof. Fuggetta. Sull'uso di GenAI, suggerirei di chiedergli di produrre l'indice analitico di un capitolo di un testo (sia se il testo è prodotto da GenAI, sia se scritto da "umani").

Sugli indici analitici, nonostante tutte le funzionalità presenti da decenni nei sistemi di desktop publishing, ho visto che se non c'è l'intervento e la buona volontà umana (e direttive "intelligenti" da parte dei responsabili editoriali), ci possono essere inadeguatezze sorprendenti.

Ad esempio, il testo di Caldarelli, Catanzaro "Networks - A very short introdutcion", Oxford University Press, 2012 ha l'indice analitico (a mio parere, ottimo testo di divulgazione).

La traduzione italiana "Scienza delle reti", Egea, 2016 (casa editrice della Bocconi) non ha l'indice analitico.

E per brevità non cito casi simili di traduzioni della Luiss University Press, o alcuni casi di big dell'editoria generalista, dove l'indice analitico a volte c'è, a volte no, anche se il traduttore è lo stesso.

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Avatar di Alessandro Civiero

Anch'io ho provato a scrivere i primi capitoli di un ipotetico mio romanzo usando l'AI. Sono stato subito sorpreso dalla capacità e della coerenza della GPT, poi ho riscontrato anch'io la ripetitività dei vincenti e la ridondanza del contenuto. Deluso? No. Mi sono sentito ingenuo.

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