Gli assistenti IA sono il perfetto strumento filosofico e metafisico: rispondono soltanto alle domande che (si) pone l’utente. Non sono in grado di produrre contenuti originali, ma sono in grado di rendere manifesto il pensiero dell’utente attraverso il dialogo che l’utente deve fare primariamente con se stesso.
Molto interessante Alfonso. Da non informatico e con ragionamento volutamente iper semplificato, se dicessi che innumerevoli umani non hanno la dote della sintesi e sono spesso ripetitivi nei concetti? Non mi bannare ti prego 🙏
Il punto è che se considero il tempo necessario per generare il testo e poi rivederlo per metterlo a posto, ho la sensazione che facevo prima a scriverlo direttamente io, magari riuscendo ad essere anche più consequenziale.
In effetti sarebbe utile e necessario fare esperimenti di benchmarking, per capire se la generazione di testi con conseguente revisione umana sia più efficace rispetto alla scrittura completamente umana. Ad ogni modo, sicuramente la GenAI è un utile strumento complementare alla scrittura.
Concordo pienamente, gentile prof. Fuggetta. Sull'uso di GenAI, suggerirei di chiedergli di produrre l'indice analitico di un capitolo di un testo (sia se il testo è prodotto da GenAI, sia se scritto da "umani").
Sugli indici analitici, nonostante tutte le funzionalità presenti da decenni nei sistemi di desktop publishing, ho visto che se non c'è l'intervento e la buona volontà umana (e direttive "intelligenti" da parte dei responsabili editoriali), ci possono essere inadeguatezze sorprendenti.
Ad esempio, il testo di Caldarelli, Catanzaro "Networks - A very short introdutcion", Oxford University Press, 2012 ha l'indice analitico (a mio parere, ottimo testo di divulgazione).
La traduzione italiana "Scienza delle reti", Egea, 2016 (casa editrice della Bocconi) non ha l'indice analitico.
E per brevità non cito casi simili di traduzioni della Luiss University Press, o alcuni casi di big dell'editoria generalista, dove l'indice analitico a volte c'è, a volte no, anche se il traduttore è lo stesso.
Gli assistenti IA sono il perfetto strumento filosofico e metafisico: rispondono soltanto alle domande che (si) pone l’utente. Non sono in grado di produrre contenuti originali, ma sono in grado di rendere manifesto il pensiero dell’utente attraverso il dialogo che l’utente deve fare primariamente con se stesso.
Molto interessante Alfonso. Da non informatico e con ragionamento volutamente iper semplificato, se dicessi che innumerevoli umani non hanno la dote della sintesi e sono spesso ripetitivi nei concetti? Non mi bannare ti prego 🙏
Il punto è che se considero il tempo necessario per generare il testo e poi rivederlo per metterlo a posto, ho la sensazione che facevo prima a scriverlo direttamente io, magari riuscendo ad essere anche più consequenziale.
In effetti sarebbe utile e necessario fare esperimenti di benchmarking, per capire se la generazione di testi con conseguente revisione umana sia più efficace rispetto alla scrittura completamente umana. Ad ogni modo, sicuramente la GenAI è un utile strumento complementare alla scrittura.
Concordo pienamente, gentile prof. Fuggetta. Sull'uso di GenAI, suggerirei di chiedergli di produrre l'indice analitico di un capitolo di un testo (sia se il testo è prodotto da GenAI, sia se scritto da "umani").
Sugli indici analitici, nonostante tutte le funzionalità presenti da decenni nei sistemi di desktop publishing, ho visto che se non c'è l'intervento e la buona volontà umana (e direttive "intelligenti" da parte dei responsabili editoriali), ci possono essere inadeguatezze sorprendenti.
Ad esempio, il testo di Caldarelli, Catanzaro "Networks - A very short introdutcion", Oxford University Press, 2012 ha l'indice analitico (a mio parere, ottimo testo di divulgazione).
La traduzione italiana "Scienza delle reti", Egea, 2016 (casa editrice della Bocconi) non ha l'indice analitico.
E per brevità non cito casi simili di traduzioni della Luiss University Press, o alcuni casi di big dell'editoria generalista, dove l'indice analitico a volte c'è, a volte no, anche se il traduttore è lo stesso.